Fedro e le nuove tenologie
Filosofia dell'anima

Fedro e le nuove tecnologie per ricordare

Fedro e le nuove tecnologie per ricordare

Fedro e le nuove tenologie

 

Fedro e le nuove tecnologie per ricordare | Non ci piace quando non ricordiamo delle cose. Un po come se questo rappresentasse un limite alle cose che possiamo fare, alle cose che si possono apprendere. Pensare è strettamente legato al ricordare e quindi nel momento in cui smettiamo di ricordare, smettiamo anche di pensare. 

La cultura diventa così un grande accumulo di apparati per ricordare. Non solo la penna, la carta, i libri ma anche computer, smartphone ma in generale immensi archivi collegati ad altri archivi. Questi archivi, probabilmente, arrivano dal passato. Si pensi a Platone, e al suo dialogo “Il Fedro“, nel quale Socrate racconta di questo discorso tra Theuth e il Faraone, dove il primo mostra al secondo varie invenzioni come gli scacchi, l’aritmetica e tra le quali c’è la scrittura che, dice Theut renderà sapientissimi gli egiziani perchè potranno mettere tutto per iscritto e non dimenticheranno più nulla.

Dice Theuth al Faraone: “O re, questa conoscenza (mathema) renderà gli egiziani più sapienti e più dotati di memoria: infatti ho scoperto un farmaco per la sapienza e la memoria. – E il re rispose: – Espertissimo (technikotate) Theuth, una cosa è esser capaci di mettere al mondo quanto concerne una techne, un’altra saper giudicare quale sarà l’utilità e il danno che comporterà agli utenti; e ora tu, padre delle lettere, hai attribuito loro per benevolenza il contrario del loro vero effetto. Infatti esse produrranno dimenticanza (lethe) nelle anime di chi impara, per mancanza di esercizio della memoria; proprio perché, fidandosi della scrittura, ricorderanno le cose dell’esterno, da segni (typoi) alieni, e non dall’interno, da sé: dunque tu non hai scoperto un farmaco per la memoria (mneme) ma per il ricordo (hypòmnesis). E non offri verità agli allievi, ma una apparenza (doxa) di sapienza; infatti grazie a te, divenuti informati di molte cose senza insegnamento, sembreranno degli eruditi pur essendo per lo più ignoranti; sarà difficile stare insieme con loro (syneinai), perché in opinione di sapienza (doxosophoi) invece che sapienti. – (274e-275a).” 

 

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