Pensioni d’oro: abolito il tetto massimo
Tragicamente scompaiono le parole che permettevano un interpretazione della norma tale da fissare un limite alle pensioni d’oro
Pensioni d’oro: aboliti il tetto massimo per mega-dirigenti, magistrati, professori universitari permettendo di sforare il limite del 115%. Nel 2014 il giochino costerà 2 milioni di euro: nel 2024 addirittura 493. In un anno. Per un totale nel decennio di 2 miliardi e 603 milioni di euro. (corriere.it)
La legge Fornero (n.214 del 2011) si riprometteva di «togliere ai ricchi per dare ai poveri». Diceva infatti all’articolo 24 che dal primo gennaio 2012 anche i contributi dei dipendenti che avevano costruito la loro pensione interamente col vecchio sistema retributivo perché avevano già più di 18 anni di anzianità al momento della riforma Dini del ‘95, dovevano esser calcolati con il sistema contributivo.
«In ogni caso per i soggetti di cui al presente comma», aggiungeva però il testo originario suggerito dall’Inps, «il complessivo importo della pensione alla liquidazione non può risultare comunque superiore a quello derivante dall’applicazione delle regole di calcolo vigenti prima dell’entrata in vigore del presente comma». In pratica, in virtù di questa norma, quelli che potevano andare in pensione con un vitalizio di 40 anni contributivi, potevano si continuare ad incrementare il vitalizio ma non superare la soglia dell’80% dello stipendio prevista dal vecchi sistema contributivo. Questa regola di salvaguardi, originariamente presente, sparisce togliendo l’argine dell’80%, permettendo cosi, a coloro che decidono di non andare in pensione di continuare ad accumulare il 2% per ogni anno, raggiungiendo anche il 110% / 115% dell’ultima busta paga. Per parlare di cifre, in pratica un soggetto che potrebbe andare in pensione con 30000 euro, grazie a questo sistema potrebbe arrivare a prendere 2000/2500 euro in più. Vere è proprie pensioni d’oro, insomma.